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La sorpresa dell’ansia

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Tempo di lettura: 3 minuti

LE CHIAVI DELL’INTELLIGENZA EMOTIVA PER UNA PASTORALE IN TEMPO DI CRISI

undefinedFausto Bizzarri

L’autore di uno dei Quaderni Emmaus in uscita quest’anno (Intelligenza Emotiva e Pastorale, ed. Paoline), riflette sul ruolo dell’intelligenza emotiva nell’affrontare con sapienza la sfida che come persone e come Chiesa stiamo affrontando.

Tutte le novità generano una sorpresa, e scoprire che l’Italia è uno dei paesi al mondo più colpiti dal Covid-19 è sicuramente uno stupore grande. In gennaio questo argomento era relegato alla Cina e la curiosità di quanto accadeva in quella terra navigava fra la pensierosità e la paura, l’ansia e il terrore in alcuni, mentre in altri vi era disinteresse e noia. Qualche persona sottolineava e commentava con grande interesse quanto accadeva in Asia trasmettendo apprensione e generando aspettativa per quanto stava succedendo, mentre altri puntavano nell’attirare l’attenzione sul disgusto del mercato diHuanan (nel centro di Wuhan), suscitando i conseguenti irritazione e disprezzo, a loro dire, per la mancanza di norme igieniche. Come noterete, in questo breve incipit ci sono delle parole in grassetto. Queste parole sono emozioni e senza queste non si capirebbe nulla. L’intelligenza emotiva mira a far comprendere quanto la consapevolezza delle emozioni sia importante per una corretta interpretazione della realtà che ci circonda ed un sano equilibrio personale.

In questi giorni siamo letteralmente presi dall’ansia da virus e siamo tenuti perennemente sotto scacco da questa emozione che facilmente esonda in panico e terrore.

La dichiarazione di pandemia da parte dell’OMS ha definitivamente sancito la gravità mondiale di quanto in corso.

Come possiamo navigare in questo mare di ansia prestando la giusta e doverosa attenzione ai divieti e alle norme prescritte e contemporaneamente restare vigili e razionali nel fare le scelte giuste senza farci travolgere e arrivare al collasso emotivo? 

Ai credenti, l’arma della fede, invisibile e potente come il virus, sembra un ottimo e sicuro attracco per una piccola imbarcazione soverchiata dalle onde. Quale supporto un credente si attende? Quali emozioni vorrebbe ricevere?

Sui social gira veramente di tutto, dalla messe in solitario alle novene più elaborate per giungere ad audio o video di sacerdoti (o presunti tali) che illustrano sogni ed inviano pseudo catene.

Al termine di questa overdose di “sacro on-line”, come ci sentiamo? La potenza della fede si è saldata e corroborata creando un’emozione di vigilanza e attesa che apre alla speranza ed alla serenità, si è infiacchita generando noia oppure innervosita aumentando l’ansia il terrore ed il panico?

Il rischio è quello di alimentare una fede compulsiva fatta di riti esteriori e non realmente “sentiti” da chi li compie. Se il fedele ricerca serenità ed un approdo sicuro la prima cosa che dovrebbe realizzare è che, come dice Gesù, “due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro.  Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.  Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.” (Mt 10:29-31).

Ogni persona ha il suo valore immenso e questa unicità alimenta una consapevolezza di vigilanza e attesa. Vigilare, perché i nostri comportamenti siano quelli più corretti e rispettosi della salute propria ed altrui, alimenta l’attesa e la fiducia che le nostre azioni siano guidate dall’oggettività razionale del momento e non annebbiate dal panico che manda in blocco il cervello.

La consapevolezza che il Signore ci è realmente accanto e ci ha “benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo” (Ef 1,3) ci conduca a vivere questi momenti nella ferma certezza che siamo sempre accompagnati dalla Sua presenza e ad avere la massima attenzione ai nostri comportamenti innalzando la vigilanza non per il panico ma per “amare il prossimo tuo come te stesso”. (Mc 12,31)