RUMINATIO SINODALE – 24 PRENDERE LA PAROLA
Ventiquattresima ruminatio sinodale sul terzo tema del Sinodo universale: prendere la parola.
Come quando si sceglie di calzare una mascherina per proteggere se stessi e per proteggere gli altri dal pericolo di un possibile contagio. Le parole sono molto più pericolose, decisamente più contagiose di qualsiasi altra cosa; anche se apparentemente sono solo parole e non fatti. Eppure, basta una sola parola, una stupida frase di troppo, per lasciare per sempre nella vita di tutti un segno indelebile.
Non c’è filtro artificiale che tenga nell’uso delle parole se non la deliberata scelta di porre una sapiente custodia alla propria lingua; darsi cioè una regola di comportamento perché le altre persone siano sempre trattate con educazione e rispetto. La stessa cura vale per le proprie orecchie, quando diventa importante e necessario sapersi proteggere dalla valanga delle parole altrui, perché non tutto ciò che viene detto dagli altri ha poi diritto di entrare in noi, ma solo quello che può risultare utile e di valore per la propria crescita personale.
All’interno della trama delle relazioni personali e di gruppo, così come di comunità e di organismi, si tratta allora di promuovere uno stile comunicativo libero e autentico, senza doppiezze e opportunismi di sorta. Entra in gioco qui la scelta di adottare un’arte comunicativa capace di costruire occasioni di incontro al crocevia della verità, per la reciproca umana edificazione; momenti in cui si possa fare esperienza del gusto delle parole dette e ascoltare; una sorta di fraternità tra persone che hanno sperimentato nel tempo il valore irrinunciabile del dialogo con tutti e di tutti con se stessi.
È una questione di senso e di umana compagnia, quella di promuovere sempre la cultura del dialogo.
Buona settimana