
RUMINATIO SINODALE – 23– PRENDERE LA PAROLA
Ventitreesima ruminatio sinodale sul terzo tema del Sinodo universale: prendere la parola.
Non viaggiano mai da sole le parole, ammenoché non ci si trovi di fronte a un grave problema di inimicizia tra pensieri, discorsi e azioni. È il caso di quando una persona pensa non come sta parlando e parla non come sta agendo. Cioè, dentro una bella confusione, se non a motivo di qualcosa di più serio. Di solito, ogni cosa trova il suo giusto equilibrio nello sforzo di non perdere importanti frammenti di pensiero, e poi di mezze parole e poi di azioni lasciate purtroppo tutte a metà. È una sfida prenderci cura di chi fa compagnia alle nostre parole.
Nell’uso delle parole c’è chi si lascia prendere la mano, e molto più spesso la lingua, tanto da arrivare ad un punto di foga del suo discorso da andare ben oltre la linea dell’autocontrollo, superando irrimediabilmente il limite, e di molto. C’è chi mentre parla si affina nell’arte del detto e del non detto, lasciando i suoi interlocutori sospesi in aria tra parole mai giunte a destinazione e incuriositi in mezzo a cose accennate e a cose velate a ragion voluta. Ma c’è anche chi fa dell’uso delle sue parole uno strumento per creare ponti, e occasioni di incontro, di dialogo e momenti di ritrovata armonia dopo giorni e giorni di confusione e di smarrimenti reciproci.
Sono tre le compagne a lungo desiderate dalle nostre parole, che chiedono il permesso di dare una mano, di rimboccarsi le maniche dei loro significati di valore, per contribuire alla costruzione di quel senso ultimo capace di edifichi sul bene i mille discorsi in cantiere. Sono tre compagne inseparabili, una sorta di tre virtù da scoprire in tutte le loro dimensioni di potenza, da acquisire esperienza dopo esperienza, da capitalizzare per la loro preziosità, riconosciuta e ammirata da tutti: parole per la libertà, parole con verità, parole nella carità.
Sia nell’intreccio della relazione tra singole persone, sia dentro le infinite trame delle esperienze e delle storie di gruppi e di comunità dai più variopinti significati e vissuti, è innegabile il bisogno di un nuovo inizio, di un rinnovato processo di reciproco e umano avvicinamento tra tutti, affinché nessuna parola resti abbandonata alla sua inevitabile solitudine, ma ciascuna ritrovi la bellezza di un viaggio tutto in compagnia.
Buona settimana