RUMINATIO SINODALE – 55 DIALOGARE
Cinquantacinquesima ruminatio sinodale sul sesto tema del Sinodo universale: dialogare. Per leggere tutte le Ruminatio vai al seguente link ruminario sinodale
È qualcosa di irresistibile, che stuzzica l’idea di un successo raggiunto o risuona dentro come la voce di un fallimento subito, mettersi a contare il numero delle volte in cui abbiamo parlato, ascoltato, interagito con qualcuno, risposto o tacitate le domande dei più. Da che mondo è mondo, quando si conta entrano in gioco i numeri e, con il loro fascino se tanti, con una certa amara delusione se tra le mani ce ne ritroviamo davvero pochi, ogni volta sono i numeri a cercare di farla da padroni.
Eppure, oltre il fascino dei grandi numeri o la delusione dei pochi per successi non raggiunti, c’è anche la sorpresa della preziosità dei piccoli numeri. È un po’ come quando si tralasciano tante piccole perle preziose per una sola perla, quella dal valore più alto, unico, perché la più rara.
Più che nei numeri, grandi o piccoli che siano, dei pensieri anche infiniti e della cascata inesauribile delle parole, delle cose che si fanno con o per gli altri, dentro ogni piccola occasione d’incontro, le persone hanno modo di entrare in tempi e in spazi di dialogo ricreativo, quando c’è qualcosa da principiare, generativo, quando il prima dà ora vita a qualcosa di inaspettato e di totalmente nuovo.
Più che causa di divergenze, di conflitti e di ulteriori difficoltà, il diverso modo di pensare, di emozionare e di fare la vita, è per ciascuna persona possibilità di reciproco arricchimento, un nuovo contatto con la propria e con l’altrui identità, è possibilità di restare ancora e sempre umani, pur dentro il vorticare impazzito di mille frammenti, talvolta di bene, tavolta di male, ogni volta in cerca di senso.
E nel dialogare, oltre alla conta di quante volte ci siamo visti, incontrati e parlati, l’irresistibile attrazione è data dai volti che si affacciano gli uni gli altri ai bordi della storia personale di ciascuno: ogni volto un dono, non da contare con la mente, ma da custodire nel cuore.