Pubblichiamo questo contributo che ci arriva da padre Giovanni Zevola omi, da diversi anni in missione a Pechino. Un racconto in forma di parabola a tema estivo, che ci invita a riflettere su una Chiesa appesantita malgrado le buone intenzioni, durante un anno pastorale che la porta a ingollarsi di attività e iniziative, per poi guardarsi allo specchio tristemente fuori forma.
Giornate vissute con intensità sotto un sole cocente, che ha lasciato il segno sul mio corpo abbronzato ed ora guardandomi allo specchio il ricordo affiora tenue sulle note un po’ sbiadite di “una estate al mare, stile balneare” (Giuni Russo). Ora l’autunno mi invita a mantenere il peso forma, ma come si fa a non assaporare i frutti di stagione e raccogliere le uve mature per un vino spumeggiante e novello, poi ai primi freddi una manciata di profumate caldarroste all’angolo vicino casa. Pian piano il peso aumenta e la forma cambia… ma siamo sotto Natale ed è un obbligo preparare qualcosa di speciale da assaggiare e far assaggiare ai parenti e vicini di casa, ed allora i buoni propositi per riacquistare il peso forma, su di un corpo che ha ormai perso la sua abbronzatura estiva, si rimandano al nuovo anno.
Con la Epifania che “ogni festa spazza via” sono più che risoluta ad immaginarmi passeggiate salutari e sezioni in palestra, e poi la Quaresima con le sue “restrizioni” spero faccia bene ad anima e…corpo! Perciò lasciate che prima mi unisca nella celebrazione del Carnevale con una ultima danza in maschera. E proprio quando sembrava che il ritmo quaresimale mi stesse aiutando nei miei buoni propositi, ecco irrompere le feste di Pasqua… e apriti cielo e…stomaco (e qui immaginatevi voi la possibile lista di tentazioni a cui non poter certo resistere!).
Così dopo mesi vissuti tra risoluzioni e timidi tentativi eccoci alla fatidica “prova costume” …il solo pensiero che tra non molto riprenderanno le musiche al ritmo di “stessa spiaggia, stesso mare” (Piero Focaccia) mi prepara a notti insonni; riuscirò mai a superare la prova costume??
Mi ritrovo di fronte allo stesso specchio, ma con un corpo non più così avvenente come l’estate scorsa e mi illudo con domande amletiche (“sono io ad essere ingrassata oppure si è rimpicciolito il costume?”) anche se ne conosco la sola plausibile risposta.
Che fare dunque? Diete sempre più impossibili accompagnate da lunghe passeggiate e week-end chiusi in palestra sono solo illusorie tentazioni, non mi resta che rimanere chiusa in casa e addurre qualche scusa con le amiche oppure…. ritornare in spiaggia, ma questa volta con il solo costume possibile: quello…adamitico!
Questa riflessione “senza specchio” vuole essere una sorta di parabola e considerazione sulla società in genere e la Chiesa in particolare in questo cambio e susseguirsi di stagioni che ha lasciato il segno sul nostro stesso modo di vederci e presentarci al mondo.
Vorremmo tanto “una Chiesa in uscita” ma intanto sembriamo frenati nelle stesse intenzioni, perché forse ci manca una sana accettazione del nostro essere un po’ appesantiti e bisognosi, perciò, di qualche buon esercizio per riprendere il nostro peso forma!
Augurando ad ognuno di voi una estate vissuta in spiaggia, forse non la stessa così come diverso il mare, ma sicuramente sotto lo stesso Sole…
(cercasi nuova abbronzatura)
padre Giovanni Zevola lmi